San Fele, come tutti i paesi dell’entroterra montano lucano,
ha subìto nel corso degli anni un forte spopolamento. Nell’ultimo decennio si è
registrato oltre il 30% in meno della popolazione residente, sino a giungere
alle attuali circa 4000 unità. Sorta nel 969 d. C. come castello fortezza per
volere di Ottone I di Sassonia sulle sommità dei Monti Castello e Torretta ed a
difesa dagli assalti dei Bizantini sferrati dalla sottostante Valle di Vitalba,
la cittadina di San Fele ha saputo nel tempo accrescersi ed assumere un
significativo ruolo nell’area Nord della Basilicata. Intorno al 1850 già
contava oltre 13 mila anime, fortemente caratterizzate da personaggi dalla
forte personalità e professionalità. Sin da allora ed ancor molto prima San
Fele ha conosciuto le vie dell’emigrazione, sicuramente per motivi del tutto
diversi da quelli verificatesi nel passato recente, ma pur sempre di
allontanamento dal luogo natìo e dai propri cari.
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martedì 11 agosto 2015
mercoledì 5 agosto 2015
Soggiorno marino anziani
In esecuzione della deliberazione di Giunta Comunale nr. 118 del 09/07/2015 l’Amministrazione comunale intende organizzare un soggiorno marino per persone anziane presso Roseto degli Abruzzi dal 29/08/2015 al 08/09/2015.
La quota di partecipazione a persona è pari ad euro 35,00 giornalieri, per sistemazione in camere doppie (supplemento camera singola: € 13,00 al giorno a carico del cliente), e comprende: prima colazione, menù a scelta, serate a tema, spiaggia privata in un lido con ombrellone a camera e una sdraio a persona.
Le spese di trasporto sono a carico del Comune di San Fele.
Chiunque fosse interessato potrà fare domanda presso l’Ufficio Biblioteca Comunale entro il giorno 20/08/2015
domenica 2 agosto 2015
Un «padre» per l'Africa poi perseguitato a morte

Altri santi. San Calimero di Milano, vescovo (III sec.); sant'Ignazio di Loyola, sacerdote (1491-1556).
Letture. Lv 23,1.4-11.15-16.27.34-37; Sal 80; Mt 13,54-58. Ambrosiano. 1 Re 11,1-13; Sal 88; Lc 11,31-36
Letture. Lv 23,1.4-11.15-16.27.34-37; Sal 80; Mt 13,54-58. Ambrosiano. 1 Re 11,1-13; Sal 88; Lc 11,31-36
Su Rai1 “Mineurs”, il film con Franco Nero su Marcinelle
L’EMIGRAZIONE LUCANA IN BELGIO “Mineurs- minatori e minori” racconta la storia della massiccia emigrazione negli anni 50 dall’Italia, ed in particolare dalla Lucania, verso le miniere del Belgio. In Mineurs si intrecciano affermazioni personali, conquiste strappate, rivalse sociali e culturali, come quelle dell’emblematico minatore Michele Doino di Bella. “Un film che riporta alla memoria pagine dolorose per molti italiani ma anche che conferma la tenacia e la grande capacità di adattamento e di coraggio del nostro popolo. Un mosaico cinematografico che ricordando le vite dei minatori come quelli di Marcinelle, offre una visione degli Italiani e dei lucani avvincente e positiva, che ci inorgoglisce” scrive Scaglione in una nota.
LA RICHIESTA DI PITTELLA La presidente della Rai, Anna Maria Tarantola, ha raccolto la richiesta del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, affinché fosse fatta conoscere a tutti gli italiani questa testimonianza che sicuramente ci immergerà in una atmosfera ormai scomparsa ma che deve essere ricordata. Marcello Pittella ha dato prontamente corso alla perorazione di molte personalità come quella di Luigi Scaglione, coordinatore del Centro lucani nel mondo "Nino Calice", e di Valeria Vaiano, che oltre ad essere attrice si occupa di storia dell’emigrazione con l’associazione ASMEF.
L’AUGURIO DEL MINATORE Si realizza con questa proiezione nazionale, dopo tanto tempo, l'augurio del minatore e sindacalista Pietro Cristiano, al termine delle riprese in Belgio, girando l'ultima scena del film: “Fate conoscere la nostra storia a tutta l’Italia!”.
I LUOGHI DEL FILM Il film parte dalla Basilicata in un paese immaginario, emblema della Lucania, che ha unito strade, piazze, scorci, chiese, monumenti di undici incantevoli comuni coinvolti: Acerenza, Atella, Bella, Cancellara, Genzano, Oppido, Rapolla, Rionero, Ruoti, San Fele, Satriano di Lucania e Muro Lucano. Dalla bella fontana Cavallina di Genzano, alla scalinata della parrocchia di San Fele, al santuario di Pierno, fino ad arrivare ai vicoli di Oppido, Acerenza, Ruoti, il lavatoio di Atella. E poi il film affronta in Belgio, nel Limburg, gli ambienti severi e problematici delle miniere di Beringen, Winterslag, Waterschei, fino ad arrivare nella scuola di Maasmechelein dove i piccoli italiani imparavano con coraggio il fiammingo e facevano amicizia con le ragazzine del posto. E fra la Basilicata ed il Belgio il lungo viaggio nelle carrozze con i sedili di legno e il controllo delle autorità svizzere che non lasciavano scendere i passeggeri. “Altri tempi da non dimenticare” sottolinea nella sua nota il Coordinatore del Centro Lucani nel Mondo "Nino Calice”.
UN LAVORO COLLETTIVO Il film è stato prodotto grazie al contributo collettivo e positivo della Regione Basilicata, della Provincia di Potenza, della Provincia del Limburg in Belgio, della Fiat Sata di Melfi, del Gal Vulture-Alto Bradano, delle Acli del Belgio, della Commissione Regionale Lucani all’Estero e con il contributo degli undici comuni dove si sono svolte le riprese, prima di approdare nel Limburg, in Belgio, partner del progetto. Anche le istituzioni belghe, a cominciare dal Primo ministro Elio Di Rupo (figlio di un minatore abruzzese), e quelle dell' UE a Bruxelles, hanno sostenuto il film e le sue proiezioni ufficiali, compresa l'ultima al Parlamento Europeo, nel marzo 2015.
FRANCO NERO “Straordinario - conclude Luigi Scaglione - è l'apporto di Franco Nero, come emblema dei nostri minatori, e di Valeria Vaiano come emblema delle mamme lucane forti e combattive. Ma anche degli attori lucani Cosimo Fusco, nel ruolo del sarto e di Ulderico Pesce, in quello del maestro elementare, nonché del compianto artista fiammingo Dré Steemans, nel ruolo del capominiera e dei numerosi lucani che hanno aderito al progetto. E poi da ricordare il gruppo di quattro “guaglioni”, interpretati dai giovanissimi lucani Walter Golia e Tiziano Murano di Bella, Federico Materi di Potenza e Tommaso De Luca di Tito. Un film che ricordando la nostra storia, ci immerge in una atmosfera romantica e positiva che ci fa capire come gli italiani ed i lucani sanno affrontare con coraggio, serenità spirito di gruppo e positività le traversie della vita”.
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