Miglioramento delle infrastrutture e del sistema dei trasporti, attenzione al turismo e al lavoro inteso come “diritto dei cittadini”; e poi commercio, agricoltura, difesa dell’ambiente, sviluppo economico e sfruttamento del petrolio da “trattare come risorsa con nuove politiche”; e ancora: sanità “efficiente e senza sprechi”, riorganizzazione della macchina amministrativa e riforma dello Statuto. Sono queste, le direttive che guideranno il governo di centrodestra nella propria legislatura ed indicate nella presentazione della relazione programmatica che ha tenuto oggi, nel corso della seduta del Consiglio regionale, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi.
“Quando all’inizio dello scorso anno il presidente Berlusconi mi ha chiamato per propormi di guidare la coalizione di centro destra in Lucania – come indicazione unanime anche da parte di Salvini e Meloni – dopo una breve pausa di riflessione, ho inteso subito accettare la proposta che mi era stata fatta. Ritengo, infatti, che laddove possibile, un servitore dello Stato non debba mai smettere di essere al servizio della collettività”, ha detto il presidente all’inizio della sua comunicazione ai consiglieri. “Dal 1995 ad oggi – ha proseguito – un unico gruppo di potere, anche se con diverse declinazioni, è stato ininterrottamente alla guida della regione e di quasi tutti gli enti locali. Gli elettori hanno dato un giudizio su questa stagione. Il centrodestra ha incarnato, quindi, questa domanda che veniva dalla parte più profonda ed avveduta dell’elettorato lucano, ed ha saputo coglierla, così come dimostra il risultato. La campagna elettorale è finita. Ora ci accingiamo al governo. Il cambiamento, però, non è la rivoluzione. È un processo più profondo che deve incidere nei comportamenti, nell’azione amministrativa, nella quotidianità. Ed è per questo più lungo e duraturo”.
Bardi ha parlato di “Basilicata terra bellissima”, che deve recuperare “centralità politica ed economica”: al primo punto del programma ci saranno quindi “le infrastrutture: ho intenzione, infatti, di avviare da subito un monitoraggio dell’intera rete viaria su gomma e su tutte le opere in cantiere. Per questo stabilirò immediatamente un tavolo di confronto con l’Anas”. Il governatore si è soffermato sulla necessità di “ammodernamento della rete Potenza-Melfi e della Potenza-Bari” di “ripensare la Basentana”, valutando allo stesso tempo “con la maggioranza, l’opportunità di una nostra partecipazione all’Aeroporto di Pontecagnano. Ritengo invece indispensabile l’apertura al traffico aereo dello scalo di Pisticci”. Bardi ha poi parlato di “sviluppo delle infrastrutture e dei collegamenti verso i centri urbani più sviluppati e verso le regioni limitrofe”, che dovrà procedere “di pari passo con la manutenzione e con l’ammodernamento delle infrastrutture viarie secondarie”.
E poi l’agricoltura, con politiche mirate a valorizzare “le filiere” e a tutelare “i prodotti a chilometro zero”. “La difesa delle nostre produzioni – ha messo in chiaro il governatore – passa necessariamente attraverso la difesa dell’ambiente. Da questo punto di vista faremo dei forestali le sentinelle della nostra regione. La nostra regione non ha un piano paesistico. Lo dovremo costruire insieme con tutti gli attori interessati”. Secondo Bardi, bisogna far fronte, inoltre, al “rischio idrogeologico, che in Basilicata, è dovuto allo stato di abbandono e degrado ma anche e soprattutto alla mancanza di una seria manutenzione ordinaria”. Il presidente ha ricordato che “la nostra regione ha raggiunto la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili prevista dagli obbiettivi europei e nazionali”, evidenziando allo stesso tempo che “la totale mancanza di politiche regionali per la corretta installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili ha permesso uno scempio del territorio. Riteniamo, quindi, che il turismo ambientale possa rappresentare uno dei motori dell’economia lucana e che, dunque, sia da incentivare un più penetrante controllo delle aree oggetto di richieste di installazioni di impianti da fonti rinnovabili”. Tra gli obiettivi, anche quello di “riacquistare centralità nella gestione della risorsa idrica e nella promozione delle aree naturali protette”. Per il presidente, per quanto concerne il petrolio, “particolare attenzione merita il tema estrazioni petrolifere. Sostenerne il blocco è impraticabile. Sostenere, invece, il rispetto dei patti già stabiliti e rinegoziare i termini delle stesse rappresenta la vera priorità. Non si deve andare oltre quanto già stabilito. Il rispetto delle condizioni ambientali e di salute dei lucani saranno le direttrici che guideranno il questo governo regionale. È necessario anche rivedere le modalità dei controlli da parte delle strutture regionali. Le paure vissute in questi anni dai lucani sui pericoli da inquinamento da estrazioni petrolifere non devono più ripetersi. Credo che sia però necessaria una diversa contrattazione delle royalties che dovranno servire alla costruzione delle nostre infrastrutture. E non a finanziare la spesa ordinaria, così come fatto sino ad ora”.
Sullo sviluppo economico il governatore ha rimarcato l’opportunità di favorire le zone economiche speciali e di lanciare “un programma per lo sviluppo del terziario avanzato”. Fondamentale sarà coinvolgere “il sistema universitario lucano (ed ho in mente il cosiddetto modello Apple, che già funziona bene nella vicina Campania) e costruire “nuove opportunità di lavoro per i nostri giovani laureandi: non dobbiamo infatti solo invertire il flusso migratorio, ma rendere attrattiva la Basilicata”. Importante sarà quindi sfruttare al meglio “i fondi europei a disposizione, incentivando quelli pluriennali su alcuni capitoli di spesa evitando i mille rivoli di spesa che non creano sviluppo”. E poi la Sanità (il governatore ha annunciato una seduta ad hoc in Consiglio) con “una rete ospedaliera da ripensare”, provando ad “evitare gli sprechi, utilizzando le strutture diffuse del territorio, potenziando alcuni ospedali”, senza trascurare l’importanza di “ampliare i programmi di ospedalizzazione domiciliare” e di gestire in maniera più efficiente “le liste di attesa agendo su vari fattori: ampliare l’offerta, razionalizzare le risorse, governare le richieste con i medici secondo le reali priorità, attivare precisi protocolli diagnostici”. Prima di soffermarsi sulla “riorganizzazione della macchina regionale” e sulla “riforma dello Statuto” il presidente ha parlato della sua giunta: “un mix di competenza e di professionalità”, i cui componenti sono stati scelti “anche su indicazione dei partiti, che sono l’essenza della democrazia costituzionale ed espressione della volontà popolare. Le persone nominate nell’esecutiva hanno avuto anche un ampio mandato popolare e godono della mia fiducia”. “La riorganizzazione degli uffici – ha ricordato Bardi – stata uno dei punti qualificanti del mio programma elettorale. Per questo è mia intenzione, così come ho già iniziato a fare, cambiare lo stato delle cose. Non bisogna mortificare le competenze, ma porre fine invece alle rendite di posizione. La macchina regionale che ho in mente ha la necessità di accorpare alcune competenze, farne nascere altre, implementarne alcune”. Bardi ha quindi affermato che “la Regione che ho in mente necessita di ammodernare e cambiare lo Statuto, scritto forse con troppa fretta. Nel nuovo Statuto sarà prevista l’istituzione di un nuovo sottosegretariato: una scelta di modernità, fatta anche da altre Regioni”.
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