Conto alla rovescia iniziato verso la scadenza IMU terreni agricoli montani: l’imposta va pagata
entro il 26 gennaio, ma c’è una
sospensiva del TAR del Lazio, che deve essere confermata entro il 21 gennaio,
mentre il Governo sta rimettendo mano al testo per risolverne i punti
maggiormente contestati. È stata l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni
d’Italia) di quattro Regioni (Abruzzo, Liguria, Umbria e Veneto) che si è
rivolta al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio per protestare contro
il meccanismo previsto dal decreto (si paga in base all’altezza del Comune, non
del terreno). Così ilTAR ha stabilito una sospensiva,
ravvisando un “eccezionale e grave pregiudizio per l’assoluta incertezza dei
criteri applicativi”.
Sentenza TAR
Il prossimo 21 gennaio, è fissata l’udienza
collegiale per confermare o meno il provvedimento del TAR: a quel punto, nel caso in cui si confermasse la scadenza, ci sarebbero
solo pochi disponibili per pagare la tassa. Inutile sottolineare che si tratta
di un ennesimo caos IMU. Il punto riguarda i criteri che il decreto stabilisce
per pagare l’IMU sui terreni montani, in un primo momento fissata al 16 dicembre, in concomitanza con il saldo
IMU e TASI 2014, poi slittata al 26 gennaio e ora nuovamente nell’incertezza a
causa delle sopra esposte vicende giudiziarie.
Esenzione IMU terreni montani
In base al decreto, restano esenti i terreni ubicati nei Comuni sopra i 600 metri di altitudine, oppure sopra i 281 metri se posseduti
da agricoltori diretti o imprenditori agricoli
professionali. Il problema è che, per stabilire l’altitudine del Comune, bisogna fare
riferimento alle classificazioni Istat, che considerano il punto in cui si
trova il municipio. Insomma, un criterio da molti definito eccessivamente
arbitrario, non rispettando l’effettiva altitudine a cui è posto il terreno. E
che si porta dietro una serie di problemi interpretativi non indifferenti
relativi ad esempio alla corretta classificazione di campi confinanti.
Aliquote IMU
Per quanto riguarda l’aliquota, si applica quella standard dello 0,76%, a meno che non ci sia una diversa
disposizione della delibera comunale. L’imponibile si calcola in base al
reddito dominicale, rivalutato del 25% e moltiplicato per il coefficiente
corretto (135 per i comuni contribuenti, 75 per coltivatori diretti e
imprenditori agricoli professionali).
Classificazione dei terreni montani
Detto questo, bisogna attendere gli ultimi sviluppi, il pagamento resta in
dubbio fino al pronunciamento del prossimo 21 gennaio del TAR. Nel frattempo,
il Governo ha aperto un tavolo con i sindaci e, secondo quanto si apprende, sta
cercando di correggere il tiro in corsa, cambiando ad esempio i criteri di classificazione dei terreni montani.
FONTE PMI
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