Visualizzazioni totali

lunedì 1 febbraio 2016

L’escalation della paura e i veri poteri mafiosi in Basilicata

Fonte: Direzione Nazionale Investigativa Antimafia
Quando il pm Nicola Gratteri parla di sette gruppi di ‘ndrangheta attivi in Basilicata, probabilmente, si riferisce a quelli nella mappa che allego. (8, non 7) Mappa pubblicata dalla Dia. Se, come dice Gratteri, a ragione, questi gruppi fanno sponda con l’amministrazione pubblica, bisogna verificare la qualità del rapporto tra malavitosi e colletti bianchi. E questo spetta alla magistratura di casa nostra.
Ad oggi nulla è trapelato dalle indagini della magistratura lucana circa questo legame. Piuttosto emergono episodi inquietanti rispetto ai quali quasi mai si fa cenno a connessioni mafiose. E’ evidente che nel passato recente molte vicende giudiziarie hanno lasciato il vuoto intorno all’accertamento della verità. Mi riferisco ai fatti di Agrobios, Arbea, agli appalti in
Val Basento, alle vicende del Consorzio Industriale di Potenza, ai fatti di Tecnoparco,alla Felandina. Senza tralasciare il caso Toghe lucane. Mi riferisco alle nomine di dirigenti nella Sanità, alla costante emergenza rifiuti che porta acqua al mulino dei gestori delle discariche dietro i quali probabilmente si nascondono interessi economici di politici compiacenti che, magari, sono i veri tutori dell’affare monnezza lucana. Lo stesso si dica per la giostra dei rifiuti petroliferi e per l’occultamento delle verità sull’inquinamento. Senza fare di tutta l’erba un fascio, è evidente che i gruppi malavitosi cosiddetti ‘ndranghetisti o mafiosi, a prescindere da come sono trattati nella retorica giornalistica e di regime, rappresentano un pericolo maggiore. Oltre ad essere dei delinquenti che bisogna arrestare, sono anche la foglia di fico della Mafia vera. E’ facile parlare di mafia attribuendo a questi gruppi delinquenziali l’intero pacco criminale della Basilicata. E’ comodo, semplice. Certo, questi “locali della ‘ndrangheta” cercano con maggiore insistenza di penetrare la pubblica amministrazione per ricavare vantaggi. Ma attenti, la vera Mafia, quella che tutto decide e tutto muove, ha poco a che fare i clan che si contendono il mercato della droga e dell’estorsione. Ha molto a che fare con gli appalti, con la gestione dei rifiuti, con la gestione delle carriere, con le grandi opere pubbliche, con le risorse europee, con le pretese dei petrolieri. Loro, i sette gruppi, comodamente comandati e manovrati, ancora per poco, dalle cosche di oltre confine, presumibilmente, sono fornitori di manovalanza su mandato di qualcuno che porta la cravatta. In queste settimane è in atto un rilancio del mercato delle estorsioni. Questo non significa che la ‘ndrangheta locale ha il compito di intimidire qualche gestore di bar, significa che qualcuno sta creando le nuove condizioni per un’escalation della paura. E’ in atto in Basilicata una guerra sotterranea tra poteri forti i quali sono ben contenti del clima di paura generato dai manovali del crimine


PER SAPERNE DI PIU',CLICCA QUI




Ti potrebbe anche interessare:


La mafia in Basilicata? La Tgr finalmente balbetta







Nessun commento:

Posta un commento