Stop al Decreto Sblocca Italia e No alle
trivellazioni. Ieri Potenza, capoluogo della Basilicata, si è riempita di nuovo
con la rabbia di diecimila persone scese in piazza per dar vita a una
manifestazione contro il decreto “Sblocca Italia” e le estrazioni petrolifere.
Migliaia di persone, studenti, aderenti a movimenti territoriali - tra cui "Mo basta" e "No Triv" - e associazioni ambientaliste, lavoratori hanno sfilato in corteo fino alla sede della Regione Basilicata, dove era in corso il consiglio regionale che doveva discutere proprio dell’applicazione del decreto “Sblocca Italia”. Oltre 50 i pullman arrivati a Potenza da Calabria,Puglia e Campania.
Ed è proprio al Consiglio regionale i movimenti che si oppongono al boom di trivellazioni chiedono di mettersi di traverso rispetto al decreto Sblocca Italia dopo che in tutta la regione già 65 comuni su 131 hanno votato una delibera contro il provvedimento governativo. Molti i sindaci scesi in piazza con la fascia tricolore.
Lo striscione di apertura così recitava: “Lucania, svegliati e ascolta il canto dei tuoi figli in rivolta”. Arrivati sotto la sede della Regione alcuni manifestanti hanno lanciato acqua e oggetti contro la polizia che proteggeva il palazzo, chiedendo di essere ammessi nella sala dove si svolgeva il Consiglio e l’impugnazione da parte della Regione delle norme che consentirebbero nuove e devastanti trivellazioni.
A causa della contestazione e della pressione della piazza, il presidente della Regione Basilicata, Pittella (Pd), ha sospeso la sua relazione in aula, mentre il presidente del Consiglio regionale, Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti, spiegando che “a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxi schermo, vista la ridotta capienza della sala riservata al pubblico”. Dal corteo però sono continuate a volare uova.
Due settimane fa le proteste erano state prolungate con le “cinque giornate di Potenza“ che avevano visto come protagonisti gli studenti riuniti nel Coordinamento 8 novembre che avevano letteralmente assediato la regione per giorni.
Migliaia di persone, studenti, aderenti a movimenti territoriali - tra cui "Mo basta" e "No Triv" - e associazioni ambientaliste, lavoratori hanno sfilato in corteo fino alla sede della Regione Basilicata, dove era in corso il consiglio regionale che doveva discutere proprio dell’applicazione del decreto “Sblocca Italia”. Oltre 50 i pullman arrivati a Potenza da Calabria,Puglia e Campania.
Ed è proprio al Consiglio regionale i movimenti che si oppongono al boom di trivellazioni chiedono di mettersi di traverso rispetto al decreto Sblocca Italia dopo che in tutta la regione già 65 comuni su 131 hanno votato una delibera contro il provvedimento governativo. Molti i sindaci scesi in piazza con la fascia tricolore.
Lo striscione di apertura così recitava: “Lucania, svegliati e ascolta il canto dei tuoi figli in rivolta”. Arrivati sotto la sede della Regione alcuni manifestanti hanno lanciato acqua e oggetti contro la polizia che proteggeva il palazzo, chiedendo di essere ammessi nella sala dove si svolgeva il Consiglio e l’impugnazione da parte della Regione delle norme che consentirebbero nuove e devastanti trivellazioni.
A causa della contestazione e della pressione della piazza, il presidente della Regione Basilicata, Pittella (Pd), ha sospeso la sua relazione in aula, mentre il presidente del Consiglio regionale, Lacorazza, è uscito all’esterno per parlare con i manifestanti, spiegando che “a nessuno è stato impedito di assistere ai lavori, e per questo è stato installato un maxi schermo, vista la ridotta capienza della sala riservata al pubblico”. Dal corteo però sono continuate a volare uova.
Due settimane fa le proteste erano state prolungate con le “cinque giornate di Potenza“ che avevano visto come protagonisti gli studenti riuniti nel Coordinamento 8 novembre che avevano letteralmente assediato la regione per giorni.
FONTE contropiano.org/
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