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giovedì 12 novembre 2015

Regione Basilicata-Strutture private accreditate, audizioni in quarta Ccp

Ascoltati il dirigente dell’ufficio Pianificazione sanitaria del dipartimento Politiche della persona, Giuseppe Montagano e la presidente dell’Aspat Basilicata (Associazione sanità privata accreditata territoriale), Antonia Losacco

© 2013 - Un momento dei lavori della IV Ccp
© 2013 - Un momento dei lavori della IV Ccp
(ACR) - La delibera di Giunta regionale (n. 1413 del 3 novembre 2015) che stabilisce indirizzi per la definizione dei tetti di spesa alle strutture private accreditate eroganti prestazioni di assistenza ospedaliera e di specialistica ambulatoriale (ex art. 25 L. n. 833/1978), al centro dei lavori pomeridiani della quarta Commissione consiliare presieduta da Luigi Bradascio (Pp).

Auditi il dirigente dell’ufficio Pianificazione sanitaria del dipartimento Politiche della persona, Giuseppe Montagano e la funzionaria Gabriella Sabino. Sullo stesso argomento è stata ascoltata anche la presidente dell’Aspat Basilicata (Associazione sanità privata accreditata territoriale), Antonia Losacco.

Montagano e Sabino hanno illustrato la finalità della delibera tesa a stabilire, per il solo anno 2015, il tetto totale di spesa regionale (pari a circa 25 milioni di euro) per le prestazioni di specialistica ambulatoriale da privato accreditato in favore dei cittadini residenti nella Regione Basilicata.

“Con il provvedimento – ha precisato Montagano– si ottempera alle disposizioni dettate dal Governo in seguito al ricorso con il quale è stato impugnato l'art. 12 della LR 5/2015.  In particolare, in merito alla spesa per prestazioni specialistiche ed ospedaliere acquistate da privato, si prevede una riduzione dell'importo e dei corrispondenti volumi di acquisto in misura percentuale fissa tale da ridurre la spesa complessiva annua, rispetto alla spesa consuntivata per l'anno 2011”. “A decorrere dall'anno 2014 – ha spiegato Sabino -, la spesa complessiva non può superare il valore consuntivato nell'anno 2011 al lordo della mobilità attiva e ridotto del 2%”. Montagano ha poi precisato che “in attesa della decisioni del Governo in merito all’opposizione presentato dal presidente della Regione con la quale si documentano le motivazioni che consentono di poter escludere dal calcolo del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni da privato, la spesa per prestazioni in mobilità sanitaria attiva, sono stati stabiliti indirizzi di carattere generale per la definizione dei tetti di spesa per le strutture private accreditate. E’ stato stabilito che le Aziende Sanitarie Locali possono sottoscrivere contratti con le strutture private accreditate già contrattualizzate nell'anno 2014 e possono, altresì, sottoscrivere contratti con le strutture private accreditate già contrattualizzate negli anni precedenti al 2014 per le quali, per motivazioni di carattere giudiziario, sia stato sospeso o revocato il relativo contratto e la posizione sia stata definita con proscioglimento senza attribuzione di responsabilità. Il tetto di spesa da assegnare alle singole strutture private accreditate – ha precisato il dirigente dell’ufficio Pianificazione sanitaria - è calcolato nell'ambito del tetto complessivo regionale secondo un criterio di equità e in maniera proporzionale al valore massimo tra la media dei tetti assegnati nel triennio 2012-2014 e la media dei relativi fatturati dello stesso triennio 2012-2014”.

Sullo stesso argomento è intervenuta la presidente dell’Aspat Basilicata (Associazione sanità privata accreditata territoriale), Antonia Losacco secondo la quale “il provvedimento della Giunta regionale è non solo molto deludente perché non tiene conto in alcun modo delle richieste delle strutture sanitarie private accreditate, ma punisce tutti i centri che sul territorio sopperiscono alle carenze del pubblico. I criteri adottati per la determinazione dei tetti di spesa – ha aggiunto Losacco – sono illegittimi in quanto non rispettano i principi della concorrenza e della libera scelta. Si sta adottando una politica dei ‘due pesi e due misure’ nei confronti di altri soggetti privati quali l’Aias e la Clinica Luccioni. La nostra Associazione ha proclamato lo stato di crisi del comparto e l’avvio di una vertenza a tutela degli interessi legittimi delle strutture rappresentate. Il problema delle risorse è delicato e i tagli applicati non hanno nessuna finalità in termini di appropriatezza o di qualità e di crescita dei servizi erogati perché rispondono solo ad un principio ragionieristico e contabile”.

La presidente dell’Aspat ha poi evidenziato “l’esigenza della riprogrammazione dell’attività delle prestazioni domiciliari secondo il principio di appropriatezza del bisogno; del recepimento delle nuove linee guida sulla riabilitazione; della definizione per ciascuna struttura privata della capacità operativa massima in relazione ai requisiti funzionali e strutturali posseduti; dell’adeguata proporzione tra il numero degli operatori assunti con Ccnl e personale che collabora in regime libero-professionale; dell’adeguata proporzione tra il numero degli operatori e il volume delle prestazioni erogate in relazione al tetto di spesa assegnato”. “Chiediamo che si applichi il taglio del 2% al consuntivo del 2011 e che si stabiliscano regole certe. La Regione – ha concluso Losacco – non può continuare ad amministrarci facendoci conoscere il budget a fine anno dopo aver eseguito le prestazioni”.

Sono intervenuti nel dibattito i consiglieri Mollica, Leggieri, Rosa, Spada, Romaniello e Galante.

Presenti ai lavori della Commissione, oltre al presidente Luigi Bradascio (Pp), i consiglieri Cifarelli, Spada e Polese (Pd), Galante (Ri), Pietrantuono (Psi), Rosa (Lb-Fdi), Romaniello e Pace (Gm), Mollica (Udc), Leggieri (M5s) e Benedetto (Cd).

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