Resi noti i punteggi assegnati alle amministrazioni in base ai Livelli essenziali di assistenza (Lea). Stabile l'Emilia Romagna al secondo posto, scende il punteggio di Piemonte e Umbria e cala anche il Lazio, che perde due posizioni
La Toscana si conferma in testa, la Lombardia cresce, l'Emilia e il Veneto sono stabili, il Piemonte peggiora. E' pronta "classifica" del 2014 della sanità delle Regioni ricavata dalla cosiddetta griglia lea. Si tratta di una serie di indicatori di funzionamento del sistema sanitario (dalla durata dei ricoveri alla lotta alle malattie infettive, dalla copertura delle vaccinazioni alla qualità dell'assistenza domicilaire) per i quali viene assegnato un punteggio. Alla fine si fanno le somme e si vede quale quota viene raggiunta dalle singole Regioni. Si tratta di un sistema che solitamente viene contestato, o comunque criticato, da chi va male mentre chi va bene incassa e si vanta della qualità del suo servizio sanitario. Ieri si è svolta una riunione a Roma durante la quale sono stati illustrati i dati dell'anno scorso. Alcune Regioni hanno contestato certi conteggi ed è stato deciso di riunirsi di nuovo a metà dicembre. L'impianto della classifica comunque ormai è quello.
Per il 2014, si diceva, in testa c'è di nuovo la Toscana con 217 punti. Uno sguardo alla graduatoria, come al solito, mette in evidenza le differenze tra il nord e il sud del Paese. L'anno scorso però c'è un dato interessante, la maggior parte dei voti si alzano (molto accentuato il salto in avanti della Puglia). Fanno eccezione Piemonte, Umbria e anche il Lazio, che perde due punti e pure due posizioni in classifica. Comunque sia, al di là della posizione, che poi non conta neanche tanto, il dato generale della qualità della sanità offerta in Italia, racconta una crescita di tutto il sistema, cosa molto positiva. Ci sono realtà del sud, anche la stessa Campania, che hanno visto un miglioramento. Ora bisogna vedere come reagiranno i sistemi all'incremento del fondo inferiore rispetto a quanto atteso. "Grazie al miglioramento delle aziende il sistema continua a funzionare nonostante i tagli - dice Francesco Ripa di Meana della Fiaso, la federazione delle Asl - Abbiamo razionalizzato accorpando i reparti, chiudendo le maternità a rischio, creando servizi integrati tra le aziende, senza smettere di investire in innovazione, anche se a ritmo più ridotto. Le conseguenze dei tagli di oggi le vedremo purtroppo tra due o tre anni e poi per risalire la china ce ne vorranno altrettanti". In Toscana c'è grande soddisfazione per la conferma, che arriva in un periodo delicato, cioè dopo che sono state depositate 55 mila firme per un referendum contro la riforma della sanità voluta dalla Regione. "Ringrazio di cuore tutti gli operatori della sanità: infermieri, medici, tecnici, e tutti coloro che lavorano con impegno e dedizione nel grande servizio sanitario della Regione Toscana. Dobbiamo fare ancora meglio, e per questo attuare in tempi rapidi la riforma che abbiamo prospettato", commenta il governatore Enrico Rossi. "Pur con tutti i limiti e le difficoltà, il nostro è un sistema che garantisce la migliore risposta ai bisogni delle persone", aggiunge l'assessore alla Sanità Stefania Saccardi. Luca Zaia, presidente del Veneto, regione rimasta praticamente stabile nella votazione dice di essere orgoglioso. "Perché la promozione totale sulla capacità della nostra sanità di erogare ai suoi cittadini i livelli essenziali di assistenza equivale a una certificazione di qualità e capacità amministrative e professionali; attoniti perché questa virtuosità verrà ricompensata con nuovi tagli che ci colpiranno al pari delle Regioni bocciate sui Lea e con i conti in rosso. Tra l'altro siamo gli unici ad aver raggiunto l'obiettivo di curare come si deve tutti i suoi malati senza imporre tassazione aggiuntiva di nessun genere: senza addizionale Irpef per la sanità e senza ticket regionali, stante che quelli che si pagano in Veneto sono solo quelli imposti a livello nazionale, contro i quali avevamo anche ricorso alla Consulta, purtroppo perdendo".
I lea sono le prestazioni e i servizi che il servizio sanitario deve garantire a tutti i cittadini, con le risorse pubbliche, gratuitamente o dietro pagamento del ticket. Per monitorare l'erogazione dei lea al Ministero della salute è stato istituito il "Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei livelli essenziali di assistenza". Ogni anno il comitato predispone un questionario per la valutazione del raggiungimento degli adempimenti. E' la cosiddetta griglia Lea: 31 indicatori (dall'assistenza ospedaliera alle liste di attesa, dal controllo della spesa farmaceutica ai dispositivi medici) raggruppati in tre grandi aree: assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro (vaccinazioni, screening, prevenzione nei luoghi di lavoro, tutela degli alimenti, sanità veterinaria, ecc.); assistenza distrettuale (assistenza farmaceutica, specialistica e diagnostica ambulatoriale, servizi domiciliari ad anziani e malati gravi, consultori, strutture residenziali e semiresidenziali); assistenza ospedaliera, valutata in base al tasso di ricovero e sulla base di una serie di indicatori di appropriatezza. Ogni indicatore viene valutato da -1 al punteggio massimo di 9.
La classifica - posizione precedente
1° - Toscana 217 (nel 2013 214, 1°)
2° - Emilia Romagna 204 (204, 2°)
3° - Piemonte 194 (201, 3°)
3° - Liguria 194 (187, 6°)
5° - Lombardia 193 (187, 6°)
6° - Marche 192 (187, 4°)
7° - Veneto 189 (190, 5°)
8° - Basilicata 177 (179, 12°)
9° - Sicilia 170 (165, 9°)
10° - Umbria 165 (179, 8°)
11° - Abruzzo 163 (152, 10°)
12° - Puglia 161 (134, 15°)
13° - Lazio 154 (152, 11°)
14° - Molise 148 (140, 13°)
15° - Campania 139 (127, 16°)
16° - Calabria 131 (135, 14°)
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