Il governo
presieduto da Matteo Renzi ha preso una decisione che farà molto discutere:
inserire nella bolletta dell’elettricità il canone Rai. Il pagamento verrà
richiesto per metà con la bolletta di luglio ed il saldo-presumibilmente- alla
fine dell’anno. Noi pensiamo che affidare all’Enel, Edison, Eni ed altre
società che gestiscono le reti elettriche in tutt’Italia, il compito di
riscuotere il canone Rai, non sia stata una buona idea. Se la decisione di
abolire l’Imu sulla prima casa è da ascriversi fra i gli indubbi meriti del
governo Renzi, per il sollievo che porta alle famiglie, e per la positiva
ricaduta su tutto il settore edilizio, imporre dall’alto la decisione di legare
alla riscossione del canone Rai alla luce elettrica, è un provvedimento impopolare,
inopportuno e ingiusto. La legge che ha istituito il pagamento del canone è del
1938; questo dato si commenta da sé. Si tratta di una legge di altri tempi,
pensata per esigenze diverse. Nel 1938 non c’era la televisione, ma solo
qualche apparecchio radiofonico nelle case dei benestanti. Il canone Rai è uno
dei balzelli più odiati, che offende i più elementari principi di libertà.
Infatti, non si comprende la ragione di Stato che impone una tassa sul possesso
di un apparecchio, attraverso il quale il cittadino può vedere le tv private,
senza pagare. Perché la Rai non dà una scheda -al pari di Mediaset- per vedere
i propri programmi, impedendone la visione ai non abbonati. Aver imposto il
canone Rai in modo coattivo e coercitivo è impopolare; i cittadini non
mancheranno di presentare il conto a Renzi, che è già sceso in termini di
popolarità ai minimi nei sondaggi. Il provvedimento relativo alla riscossione
del canone Rai è inopportuno. Milioni di famiglie di italiani fanno fatica a
pagare la luce elettrica; 50 euro in più ogni sei mesi, sono una cifra enorme
per un pensionato che ne prende 430 al mese. Per di più c’è il solito
ricatto burocratico; la presunzione di possesso della tv. Un cittadino che non
ha mai posseduto una televisione, per non essere obbligato a pagare il canone,
deve recarsi all’Ufficio delle Entrate e compilare una dichiarazione per essere
esentato. Tutto questo è pazzesco! E’come quando vi arriva a casa una multa non
dovuta; non sapete come fare il ricorso, il commercialista costerebbe di più
della contravvenzione e allora finite per pagarla. Questa è la negazione della
democrazia. Il cittadino che non riesce ad esercitare il suo diritto e deve
soggiacere alla burocrazia è una realtà di tutti i giorni. Il meccanismo
escogitato dal governo Renzi è ingiusto e serve solo per far cassa a favore di
una Rai, sempre più fiancheggiatrice dei partiti di governo. Riesce difficile
dire quante sono percentualmente le persone che guardano i programmi Rai. Cio
che si può senza dubbio affermare è che la Rai è marginale rispetto alle
centinaia di canali privati che si possono vedere. Si deduce da queste
considerazioni, che è ingiusto imporre il canone Rai.
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